Un cantiere è un luogo dinamico, complesso e affascinante, pieno di cose da scoprire, non solo sulle costruzioni, ma anche sul contesto in cui esse avvengono.
Proviamo a immaginare di osservarlo prima che le attività inizino: è un recinto di lamiere con un grande scheletro di cemento armato al centro. Tutto intorno ci sono cataste di materiali: mattoni, pietre, cumuli di sabbia e ghiaia… i macchinari utilizzati per trasportarli e per lavorarli sono ancora parcheggiati qui, in attesa di poter tornare a costruire un nuovo pezzo di città.
Salendo sulle impalcature puoi scorgere la città dall’alto: da un lato c’è un insieme denso di edifici apparentemente abitato da moltissime persone, dall’altro vedi spazi agricoli, case sparse, qualche capannone. Apparentemente il cantiere segna un margine: qualcosa qui cambia… La città inizia a diventare qualcos’altro. Ma che cosa?
Le città sono enormemente cresciute: se immaginassimo di osservare la fotografia aerea notturna della Pianura Padana degli anni Sessanta e la confrontassimo con quella odierna potremmo notare differenze notevoli. Le luci, prima organizzate in nuclei chiari e riconoscibili sullo sfondo scuro, invadono ora tutto lo spazio.
Questa grande crescita è durata all’incirca fino agli anni Novanta invadendo le campagne e assecondando quello che è stato definito “boom economico”. Poi le cose sono cambiate: le grandi industrie hanno incominciato a trasferirsi altrove e a lasciare spazi vuoti nei tessuti urbani. Questi vuoti sono stati riempiti da nuovi quartieri e nuove case. Ma molte sono rimaste vuote… Alcuni cantieri non sono mai terminati. Si è incominciato a parlare della ristrutturazione per utilizzare nuovamente il patrimonio edilizio che già esisteva. Un po’ come nel riciclaggio si è capito che a volte le risorse non vanno sprecate, ma possono essere adattate a nuovi scopi.
Il video è tratto dal corso di Tecnologia per la Scuola secondaria di primo grado UPgrade. Tecnologia al futuro.
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