Curiosità e… buone forchette
Il dottorato di ricerca è un percorso di studi successivo alla laurea, attivo anche nel nostro paese, che permette di imparare a fare ricerca, portando chi lo svolge a lavorare molto spesso in università, ma anche in aziende. L’obiettivo della ricerca è produrre innovazione che migliori la qualità della vita del genere umano: per questo ricerca e tecnologia sono così affini.
La ricerca può infatti essere “di base”, cioè legata alla scoperta dei grandi “perché?” oppure “applicata”, destinata a trasformarsi in tecnologia per soddisfare i bisogni umani. Una bella storia di ricerca applicata è quella di Jonathan Bluntinger, giovane dottore di ricerca della Columbia University di New York. Jonathan ha svolto alla Columbia un dottorato in progettazione meccanica che ha deciso di dedicare a un particolarissimo percorso in cui si fondono due su grandi passioni: la stampa tridimensionale e la cucina.
Digital making in cucina
La stampa 3D di cibi o preparazioni alimentari è ormai sempre più diffusa: moltissimi chef stellati ricorrono a questa pratica per trasformare il loro piatti in capolavori di food design. Anche in Italia, dove la tradizione culinaria ha radici antichissime e si tende a privilegiare i “sapori di una volta”, questo nuova forma di creatività digitale ha fatto breccia: stampare parte di una pietanza consente infatti di impiattare vere e proprie opere d’arte alimentari, ma non solo. Utilizzare la stampa 3D per preparare il cibo permette di controllare alla perfezione miscela e stato di conservazione degli alimenti grazie a sensori e ad applicazioni di intelligenza artificiale. Una garanzia in più della qualità di ciò che arriva in tavola.
Unico neo: le preparazioni e gli alimenti stampati in 3D possono essere certamente consumati freddi oppure cotti in un secondo momento. Un procedimento di cottura simultanea del cibo in uscita dalla stampante non esisteva, fino a che Jonathan non ha deciso di dedicare la sua ricerca di dottorato proprio a questo campo.
Obiettivi ambiziosi
Grazie all’introduzione di un laser e di un sistema di specchi a convergenza variabile è possibile controllare il processo letteralmente sfornando i propri capolavori. Un bel passo avanti che fa intravedere grandi opportunità: per esempio in questo modo sarà possibile “scaricare” il proprio piatto preferito direttamente dalla rete, senza dover necessariamente avere a disposizione un cuoco straordinario per prepararlo.
Condizione che apre a grandi opportunità di applicazione nei paesi in via di sviluppo, poiché consentirà di alzare la qualità della salute alimentare delle popolazioni in condizioni di povertà molto velocemente, senza dover cercare o formare operatori specializzati. Una bella notizia per il raggiungimento di uno degli obiettivi più importanti della nostra Agenda 2030: sconfiggere la fame.
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