Le città in transizione
Le città italiane, nella loro componente più antica, presentano stratificazioni storiche che mostrano come un tessuto urbano possa essere vivo e raccogliere testimonianze di epoche diverse. Una città, infatti, può crescere, aumentare la sua estensione e far sorgere nuovi quartieri che convivono con i tessuti precedenti. Alcune parti di città possono invece svuotarsi, magari perché chiudono grandi fabbriche, e diventare quartieri degradati, oppure venire utilizzate per ospitare nuove costruzioni o spazi aperti.
Ciò che accomuna tutti i grandi cambiamenti in positivo che riguardano le città è la presenza di grandi investimenti economici pubblici o privati che seguono scelte politiche e danno corpo alla pianificazione urbanistica. Le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale, ambientale) stanno mettendo le nostre città davanti a nuove sfide: a che punto è questa nuova stagione di trasformazioni? Le città del futuro prossimo saranno certamente sempre più connesse e l’intelligenza artificiale potrà aiutarci a organizzare gli spostamenti, l’illuminazione pubblica, i parcheggi. Le città intelligenti saranno anche luoghi della condivisione dei beni, per esempio attraverso bike e car sharing, e dovranno soddisfare in modo ecologico le proprie richieste energetiche.

“Smart city”: un modello non più nuovo, ma ancora presente
Con il termine “smart city”, molto utilizzato negli anni recenti, si intende un particolare tipo di sviluppo delle grandi città, messo a punto a Rio de Janeiro nel 2010, che prevede una forte integrazione fra servizi pubblici e nuove tecnologie della comunicazione (ICT) per la mobilità sostenibile, la qualità ambientale e l’efficienza energetica con la finalità di migliorare la qualità della vita nelle città metropolitane.
Nelle metropoli di ultima generazione le tecnologie digitali consentono uno scambio rapido di dati e informazioni tramite sensori e dispositivi utili a gestire con maggiore efficienza determinati servizi (la raccolta dei rifiuti, il traffico, la disponibilità di parcheggio, l’illuminazione pubblica, la comunicazione ecc.); gli edifici hanno sistemi che ne migliorano l’efficienza energetica e riducono gli sprechi; si preferisce la ristrutturazione di edifici già esistenti rispetto alle nuove costruzioni; c’è una maggiore attenzione alla qualità ambientale attraverso strategie di riduzione dell’inquinamento causato da polveri sottili; si mettono a disposizione sistemi di mobilità pubblica che riducono gli spostamenti con veicoli alimentati da combustibili fossili; si propongono strategie per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e bonificare e ripristinare i terreni contaminati.

Le tecnologie in gioco: energia pulita e risparmio delle risorse
La trasformazione della città tradizionale è un processo urbanistico di carattere economico, tecnologico e sociale tuttora in fase iniziale. Questo processo ha due motori principali: la miglior gestione possibile delle risorse naturali disponibili e la produzione e scambio di informazioni per utilizzare al meglio le risorse. In questo senso il modello della “smart city” sembra ormai quasi superato in uno scenario messo a dura prova dagli anni della pandemia e dalle tensioni internazionali recenti: certamente le città rivestiranno ancora un ruolo strategico nello sviluppo territoriale se si saprà riportare il loro progetto al centro dell’agenda politica.

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