Il primo settore oggi: un laboratorio di innovazione
L’agricoltura è un’attività umana talmente antica, che difficilmente riusciamo a scinderla dall’idea di tradizione. Conoscere più a fondo il primo dei settori produttivi è però un’esperienza di segno completamente opposto: in agricoltura si sperimentano strategie e tecniche estremamente avanzate. Talvolta davvero d’avanguardia. Proviamo a spiazzare i nostri allievi con un po’ di sano pensiero divergente, mostrando loro alcuni interessanti ambiti di ricerca.
Lo Urban Farming: l’agricoltura si fa largo in città
Un modo di accorciare la filiera, avvicinando gli spazi della produzione agricola al mercato è pensare di riutilizzare aree interne alle città. La popolazione mondiale che vive in aree urbane e metropoli salirà al 70% per il 2050 e questa grande crescita influenzerà inevitabilmente anche il tema della disponibilità del cibo sul territorio.
Lo urban farming prende spunto dalla pratica degli orti urbani, già presente in aree metropolitane italiane da diverso tempo, e consiste nel coltivare aree abbandonate, poco utilizzate o dismesse della città, diminuendo così la necessità di trasportare cibo attraverso il territorio. Sul piano della tutela dell’ambiente ciò significa assicurarsi una coltivazione sostenibile. A ciò si aggiungono i vantaggi dal punto di vista del benessere sociale ed economico.
Luoghi ideali in cui impiantare attività di urban farming sono capannoni abbandonati, nei quali vengono anche allestite colture verticali con le tecniche di coltivazione senza suolo (idroponica, aeroponica, acquaponica), ma anche spazi aperti da bonificare. Molto spesso è possibile immaginare di riutilizzare anche i tetti piani delle abitazioni o i terrazzi per impiantare veri e propri orti urbani sopraelevati.
Coltivare senza suolo
È possibile pensare che l’agricoltura faccia a meno di alcune delle sue risorse principali? Grazie alla tecnologia si può realizzare un orto senza la terra: per arginare il problema del consumo di suolo attraverso il riuso di diversi spazi urbani sono state predisposte tecniche di coltura avanzate.
La coltura idroponica permette di coltivare una pianta in un substrato diverso dalla terra: le radici non sono nascoste dal suolo, ma vengono inserite in appositi contenitori alloggiati in canaline con materiale inerte. Le radici non sono immerse in acqua, ma questa viene erogata con precisione solo quando serve realmente per poi essere raccolta e riutilizzata. L’acqua, inoltre, viene arricchita con una soluzione nutritiva predisposta appositamente: in fase di crescita si somministra più azoto, in fase di fioritura e fruttificazione più fosforo e potassio.
La coltura aeroponica è un sistema di coltivazione al chiuso senza l’impiego della terra, caratterizzato dalla presenza di una struttura portante a rete nella quale vengono sistemate le piante, soluzioni nutritive e fertilizzanti, pompe ad aria. Queste ultime servono a nebulizzare la soluzione liquida, che potrà raggiungere le radici delle piante e nutrirle.
La coltura acquaponica è una tecnica nella quale le piante vengono coltivate in assenza di terreno, col solo impiego di acqua arricchita di sostanze nutritive. I nutrienti fondamentali per la crescita delle piante vengono forniti dall’allevamento del pesce, di cui queste sostanze costituiscono i principali prodotti di scarto.
I robot contadini
In Israele hanno inventato dei veri e propri agribot: macchine “intelligenti” che raccolgono frutta nel momento opportuno e senza danneggiarla con i loro arti meccanici grazie a speciali sensori e all’intelligenza artificiale. Gli scienziati hanno catalogato immagini di frutti maturi e “insegnato” a queste speciali macchine come operare correttamente. Il robot è in grado di riconoscere un frutto maturo e coglierlo senza danneggiare il prodotto, l’albero o il terreno.
Raccogliere la frutta è un lavoro faticoso, che si svolge spesso in condizioni meteorologiche difficili a causa delle alte temperature e umidità. Poter utilizzare un robot è quindi un vantaggio non da poco, specie se esso può garantire la medesima cura del prodotto. Attualmente il progetto israeliano non è l’unico al mondo: anche negli Stati Uniti si sta lavorando nella stessa direzione. In questo momento, i costi legati a questa pratica sperimentale sono alti; prima di veder sostituire il lavoro umano nei campi dovrà passare del tempo. I robot agricoli, però, presentano diversi vantaggi: non hanno bisogno di riposarsi, possono lavorare anche durante la notte, non soffrono caldo o umidità. Secondo l’analisi di alcuni primi dati sperimentali l’introduzione di queste macchine diminuirebbe lo spreco alimentare e aumenterebbe la presenza di cibo sulle tavole di tutto il mondo.
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