Le cose sono cambiate, stanno cambiando
Nel 2022 le “Nuove indicazioni per il curricolo” hanno compiuto dieci anni. Riguardare quel documento oggi fa certamente riflettere sul grande cambiamento attraversato dalla nostra disciplina in questo ultimo periodo.
La Tecnologia arriva a quell’appuntamento con qualche affanno: è insegnata da docenti anziani o precari a causa di una prolungata mancanza di opportunità concorsuali. La continuità didattica è spesso un miraggio. Le ore sono diventate due da qualche tempo e per economia di sforzi sono organizzate in questo modo: in una si raccontano i processi produttivi, nell’altra si fa disegno tecnico e geometrico. Poco: e non è l’unica criticità. Le competenze informatiche vengono ritenute essenziali in un mondo trasformato dal digitale, ma quando le si trasmette agli allievi?
“Non benissimo”, direbbero oggi i nostri allievi. Cosa succede poi? Tanti concorsi, più stabilità. Risorse in più che possono arrivare dal “potenziamento”, ma anche dai PON e da altre opportunità. Certo. Ma prima di tutto arriva, nero su bianco, un nuovo modo di intendere la disciplina. Dalle “nuove indicazioni” nel nostro vocabolario arrivano idee importanti:
- la sostenibilità, come missione educativa;
- il laboratorio, inteso come metodo e non necessariamente come luogo;
- la progettualità, come traguardo ambizioso;
- Tecnologia diventa la materia in cui si impara attraverso la curiosità.
E poi? Ci si accorge della grande importanza delle STEM: la cornice dei percorsi formativi diventa quella del pensiero computazionale e del problem solving. La creatività passa attraverso il coding. La cittadinanza del futuro si costruisce risparmiando risorse preziose, ma anche attraverso l’accesso e l’uso consapevole dei media: il lock down ce lo ha mostrato con chiarezza, insieme a molto altro.
Siamo qualcosa di diverso da ieri: siamo tornati a essere una delle poche discipline di scuola che raccontano il futuro. Abbiamo trovato risorse insperate perché abbiamo rimesso in gioco statuti, abitudini, epistemologie. Forse non ce ne siamo sempre accorti, ma lo abbiamo fatto.

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Perché ne sono così certo? L’Agenda 2030 è al centro di tutte le programmazioni e dei progetti che stiamo seguendo e la nostra disciplina è nel cuore di quell’idea di progresso. In molti esami conclusivi si sono usati i 17 obiettivi per costruire reti di collegamenti e di argomentazioni, sono stati messi al centro di mappe concettuali.
E in quello spazio così importante, in quel cuore di ogni discussione che riguarda la didattica della scuola secondaria di primo grado ci siamo “noi”… con le nostre due ore. Con le parole che usiamo in quel poco tempo. Con le curiosità che sappiamo innescare e con i ponti che sappiamo costruire.
Non ci credete? Guardate qui… Dedicherò il tempo che ci separa a giugno a commentare mappe come quelle che vedete qui di seguito. Spero possano diventare strumenti preziosi per i vostri ragazzi e utili esercizi per avvicinarli alla loro prova finale. E spero anche di mostrare in modo chiaro che la rete di relazioni da costruire sui temi al centro è un nuovo, prezioso spazio di lavoro dove possiamo recitare un ruolo importantissimo.


In cover: Tecnologia è tornata a essere una materia fondamentale nel percorso di formazione perché è una delle poche a scuola che spiega il futuro. Foto: AlesiaKan / Shutterstock