Un pizzicotto potrebbe non bastare
Abbiamo ormai grande familiarità con l’idea di realtà liquida con cui Zygmunt Bauman ha descritto la mutevolezza delle strutture sociali del nostro tempo: il presente è assolutamente paragonabile a un grande corso d’acqua in cui verità e finzione sono mescolate fra loro in modo talmente fluido da diventare spesso difficili da riconoscere. Potrà questa immagine essere d’aiuto nel fornire strumenti utili nella ricerca di “nuova normalità” che caratterizza il nostro tempo?
La rapida diffusione dell’impiego delle reti sociali online in diversi settori ha contribuito a ingrossare la portata di questo “fiume”: attraversarne le rapide può essere pericoloso. Spesso ci si espone a situazioni così verosimili da catturare completamente la nostra attenzione rendendo la fuga in “mondi paralleli” un’opportunità estremamente concreta. Di quali strumenti disponiamo per tornare sulla riva del fiume sani e salvi, insieme ai nostri allievi, senza perdere gli interessanti margini di innovazione che questa realtà liquida può fornire? Il mondo dei videogiochi ci aiuterà anche questa volta ad iniziare un interessante percorso.
Fra reale e virtuale, con gentilezza
Interland è un videogioco online gratuito messo a punto da Google ed è anche ciò che ha ispirato questa riflessione sul “fiume della realtà”. Ha lo scopo di diffondere buone pratiche nell’uso di Internet ed è rivolto a ragazzi dai 6 ai 13 anni. Può essere divertente utilizzarlo anche per gli adulti perché introduce alcuni dei più comuni problemi legati alla fruizione della rete in modo semplice e intuitivo, proponendo buone pratiche per affrontarli.
Tutto ruota intorno a una metafora: Interland è un regno diviso in quattro diversi scenari che mettono alla prova gli avatar dei giocatori trasmettendo loro importanti messaggi educativi. Nella Torre del tesoro si impara a proteggere le proprie informazioni personali, nel Regno cortese si sperimentano gli effetti positivi della diffusione della gentilezza attraverso azioni e linguaggi appropriati, sul Monte responsabile si sviluppa sensibilità sul tema della condivisione consapevole, mentre nel Fiume della realtà si lavora sulla capacità di individuare finzioni, imbrogli e ambiguità nel flusso continuo di stimoli e informazioni della rete. Può essere un modo divertente e utile di lavorare sulla distinzione fra mondo reale e virtuale.
Non solo videogame
Per approfondire il tema esistono moltissimi film e serie televisive. La scelta è vastissima, ma alcuni più di altri si prestano a far emergere questioni interessanti per ragazzi e giovani adulti. Storicamente la prima pellicola a trattare l’argomento è Tron della Disney, girata all’inizio degli anni Ottanta. L’ampio uso di effetti grafici potrà certamente farlo apparire un po’ vintage, ma ai tempi questa scelta contribuì a definire una vera e propria cifra estetica. La trama può essere un ottimo spunto anche per affrontare il tema della proprietà intellettuale e della condivisione di prodotti digitali in rete. Tutto è incentrato sul conflitto fra Kevin e la Encom, una perfida società di informatica che sfrutta la creatività altrui per trarre profitto. Per smascherare queste attività il protagonista entra a far parte di un universo parallelo dove vive incredibili avventure interagendo con gli avatar degli altri protagonisti.
Una pellicola più recente e senza dubbio caratterizzata da una contestualizzazione di gusto anni Ottanta è Ready Player One, uscita nel 2018 con la regia di Steven Spielberg. Il giovane improbabile protagonista partecipa a una straordinaria caccia al tesoro nel mondo parallelo di Oasis. La posta in palio è una straordinaria quantità di denaro nascosta in un Easter egg, che potrebbe contribuire a migliorare il futuro di un pianeta Terra che nel 2045 si presenta come inquinato e compromesso. La morale è ovviamente inquadrabile in discorsi più ampi sulla sostenibilità e la sensibilità nei confronti delle generazioni future.
Se si vuole approfondire il tema del rapporto fra mondo reale e mondi immaginari con i giovanissimi può essere interessante affrontare la lettura de Il bambino che si arrampicò fino alla luna, scritto da David Almond. Il libro racconta la storia di Paul, ragazzino che vive chiuso in casa per paura di affrontare il contesto reale. Un giorno vince la timidezza e prova a salire le scale per soddisfare la sua curiosità. L’ascesa verso l’ultimo piano gli fa conoscere altri ragazzi che lo aiutano a scoprire cose nuove e a sfatare o verificare alcune sue bizzarre teorie. Anche in questo caso si possono ritrovare gli elementi più che mai attuali di una riflessione tutta da condividere su come l’intreccio fra realtà e fantasia conduca spesso a situazioni inaspettate.
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