Esistono davvero i rifiuti?
In natura non esiste il concetto di rifiuto: ogni scarto di un processo naturale viene infatti rimesso in circolo e riutilizzato. Tuttavia, lo sfruttamento delle risorse da parte degli esseri umani, soprattutto negli ultimi due secoli, ha prodotto più scarti rispetto a quelli che l’ambiente può riutilizzare immettendo nell’ambiente sostanze che possono nuocere all’ambiente. Che cosa succede quando un prodotto finito non può essere più utilizzato? Ci sono materiali in grado di “rinascere” anche dopo che pensavamo di essercene liberati per sempre, altri, invece, terminano la loro “vita utile” definitivamente.
Ogni materiale può essere utilizzato sotto altre forme o come risorsa energetica e, se proprio non è possibile, dobbiamo fare in modo che “scompaia” senza danneggiare l’ambiente. Possiamo quindi dire che ogni materiale ha un ciclo di vita. Per studiare il ciclo di vita di beni e servizi si è messo a punto un sistema condiviso a livello internazionale chiamato LCA (life-cycle assessment). Questo metodo consente di valutare l’impatto sull’ambiente e la salute umana di un prodotto o di un processo in relazione al consumo di risorse o alle emissioni. Per definire l’approccio degli studi basati sul LCA si utilizza l’espressione from cradle to grave: dalla culla alla tomba. Ciascun oggetto o servizio viene considerato nel complesso del suo ciclo vitale: da quando entra in produzione a quando deve essere smaltito.

Dalla culla… alla culla
Nei primi anni del Ventunesimo Secolo, alcuni studiosi hanno messo in crisi il paradigma “dalla culla alla tomba” teorizzando che la vera missione di una progettazione sostenibile e attenta agli ecosistemi avrebbe dovuto essere di segno totalmente opposto. È dunque necessario immaginare che ogni scarto o rifiuto di produzione possa essere nuovamente impiegato in altri processi produttivi o essere riutilizzato.
Il principio cardine è chiaramente quello che qualsiasi forma di scarto possa rientrare nel principio delle 4R: riducendone e razionalizzandone la quantità già in fase di progettazione, impiegandolo nuovamente per realizzare manufatti diversi, coinvolgendolo in pratiche di riciclaggio, recuperando energia attraverso pratiche di smaltimento. Ovviamente questo approccio ha una grande criticità: rende estremamente complesso il controllo di tutto il processo poiché gli aspetti da considerare sono davvero moltissimi e intrecciati fra loro. Insomma: per rinascere a nuova vita c’è bisogno di moltissime attenzioni.

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